Novità

Tumore al seno (mammella)-Neoplasia come evitarlo? Vediamolo assieme.

Tumore al seno: evoluzione delle terapie precauzionali ed effetti sulla donna
Il tumore al seno in età giovanile si correla con una prognosi un po’ peggiore: può avere associazioni con sindrome retro familiare (cioè tumore che esordisce precocemente) e può svilupparsi in donne che hanno una predisposizione genetica. Chiaramente l’impatto sulla riproduzione e su tutti gli effetti della donna in periodo fertile sono importanti, non ultimo il fatto che parliamo di una sfera di pazienti che, dopo l’intervento chirurgico, sono potenzialmente guarite per cui tutti gli approcci terapeutici e diagnostici vengono fatti in donne che hanno un’aspettativa di vita molto lunga e di questo si deve tenere conto.

continua a leggere

L’ictus cerebrale, Ischemia, Aneurisma e Trombectomia

L’ictus si manifesta raramente in persone di età inferiore ai quarant’anni ed in questo caso è sempre dovuta a problemi di natura trombotica. Nelle forme più gravi, l’ictus si presenta improvvisamente ed in modo cruento. La persona colpita cade a terra inerte, il respiro si fa corpo, il polso lento e metà del corpo si paralizza. Inoltre, può avere attacchi di nausea, vomito, convulsioni fino ad arrivare al coma. Le forme meno gravi possono essere superate senza che permangano danni cerebrali, alcune volte persistono deficit della mobilità o della parola.

continua a leggere

Esami bioumorali Offrono preziose informazioni sulle condizioni di funzionalità di organi ed apparati (rene, fegato, midollo osseo ) e sull equilibrio metabolico, consentendo opportune correzioni terapeutiche. Offrono preziose informazioni sulle condizioni di funzionalità di organi ed apparati (rene, fegato, midollo osseo ) e sull equilibrio metabolico, consentendo opportune correzioni terapeutiche.

Consentono un corretto indirizzo diagnostico e strumentale.

continua a leggere

Ipercapnia

a causa è da ricercare in anomalie a carico del funzionamento polmonare o cardiaco.

L’aumento della pressione parziale dell’anidride carbonica nel sangue di solito indica insufficienza respiratoria a causa di un’inadeguata ventilazione alveolare e in questo caso è associata a ipossia.

Sono diversi i sintomi collegati al disturbo che possono manifestarsi a seconda della gravità della condizione: aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) o extrasistoli, dispnea, arrossamento della pelle, spasmi muscolari, aumento della pressione sanguigna, mal di testa, stato confusionale, letargia, fino ad arrivare all’iperventilazione, al disorientamento e alla perdita di coscienza. Nei casi più gravi può portare al decesso.

Più specificatamente, quando la pressione dell’anidride carbonica cresce oltre i 60-75 mm Hg si hanno dispnea e alterazioni del battito cardiaco, quando invece raggiunge i 70-80 mm Hg si va incontro a letargia e semicoma, a 100-150 mm Hg si va incontro a coma e decesso.

continua a leggere

L’emogasanalisi (EGA), 3 tipi di prelievo

L’emogasanalisi (EGA) è uno degli esami ematici più frequentemente richiesti nell’emergenza e nel periodo di stabilizzazione del paziente in fase acuta.

Si tratta dell’analisi, effettuata attraverso un particolare apparecchiodi laboratorio (l’emogas analizzatore), di un campione di sangue arterioso o venoso allo scopo di determinare alcuni parametri respiratori e l’equilibrio acido-base del paziente.

continua a leggere
Il concentratore di ossigeno è pericoloso o doloroso?

OSSIGENOTERAPIA.Il concentratore di ossigeno

L’ossigenoterapia è una terapia che introduce nell’organismo del paziente una quantità supplementare di ossigeno: l’ossigeno serve all’organismo per funzionare bene e, in condizioni normali, sono i polmoni che lo assorbono dall’aria, tramite la respirazione. Esistono però alcune patologie e alcuni disturbi che impediscono al paziente di assorbire una quantità sufficiente di questo gas.

L’ossigenoterapia può aiutare il paziente a sentirsi meglio e a essere più attivo. L’ossigeno viene fornito in bombole di metallo oppure in altri tipi di contenitori. Attraversa un tubicino e raggiunge i polmoni in uno dei modi seguenti:

tramite cannula nasale, formata da due piccoli beccucci di plastica, collocati uno per narice,
tramite maschera facciale, che copre il naso e la bocca,
tramite un tubicino inserito nella trachea alla base del collo (il medico pratica un’incisione per inserire il tubicino. La terapia che somministra l’ossigeno in questo modo è detta ossigenoterapia transtracheale).

continua a leggere